Introduzione al metodo RWR
Come puoi dedurre dal nome, il metodo suggerisce (come azione principale per prevenire infortuni e migliorare le performance su lunghe e medie distanze) di inserire un po’ di secondi di camminata dopo qualche minuto di corsa.
Sembra strano, ma su di me ha funzionato alla perfezione 😉
Jeff Galloway ha ideato questo metodo negli anni ’80. Probabilmente più conosciuto in America che in Italia, è un atleta olimpionico (Monaco ’72), un famoso running coach (da un po’ di tempo anche Garmin coach) e un autore di numerosi libri sulla corsa.
Per gli articoli che parlano di questo metodo, e in generale per quelli che fanno riferimento alle sue teorie ed esperienze, utilizzo come riferimento alcuni suoi libri. Per la precisione, utilizzo: “Il metodo run-walk-run” (utile per chi vuole iniziare), “Il libro completo della maratona” (per chi punta alle lunghe distanze) e “Il libro completo sulla corsa” (un classico).
Le azioni da fare
Le azioni collegate alla tua attività di corsa, che devi compiere consapevolmente allo scopo di prevenire gli infortuni e migliorare le performance su lunghe e medie distanze, sono 2 (entrambe estremamente semplici):
- la prima, la più importante, è inserire (con una strategia predefinita) della pause di camminata nelle tue corse
- la seconda è ritornare ad uno stile di corsa più istintivo e naturale
Vantaggi del metodo
- Il primo vantaggio è la semplicità (infatti perché funzioni basta inserire qualche secondo di camminata dopo alcuni minuti di corsa)
Gli altri vantaggi, rispetto alla corsa tradizionale (cioè senza soluzione di continuità), sono:
- risparmio di energia (corri più a lungo, più distante e riduci il rischio di scontrarti col fatidico “muro” del maratoneta)
- risparmio di risorse muscolari (meno fatica, meno infortuni, meno necessità di riposo tra una corsa e l’altra)
- maggiore resistenza alla fatica (è un salvagente per non arrendersi. Quando corri e sei al limite puoi dirti: ancora qualche minuto e poi mi posso riposare un poco…)
Anche i maratoneti lo fanno
Anche i maratoneti d’elite adottano (e hanno adottato) intervalli al passo nelle loro gare. E se lo fanno loro, perché non possiamo farlo noi? 🙂
Ne Il libro completo della maratona Galloway riporta che:
- gli antichi messaggeri greci (emerodromi), come il famoso Fidippide (o Filippide), percorrevano regolarmente distanze di oltre 100 km al giorno, camminando e correndo
- le cronache della maratona olimpica del 1896 raccontano che tutti i concorrenti, compreso il vincitore Spiros Louis, camminarono per periodi abbastanza lunghi
- il grande campione americano Bill Rodgers ha dichiarato che, durante le sue maratone vittoriose di Boston e New York, ai ristori camminava (per bere l’acqua) e questo non gli ha impedito di vincere
- Fabian Roncero, per conservare le proprie forze, percorse parecchi tratti al passo durante la maratona di Rotterdam del 1998 (vinta in 2:07:26)