L’infortunio è dietro l’angolo

Ormai sono diversi anni che corro (la maggior parte dei quali utilizzando il metodo RWR) ma mi accorgo di commettere sempre gli stessi errori, pur essendo consapevole di come dovrei fare per correre senza infortunarmi.

C’è sempre un periodo dell’anno nel quale, dopo aver affrontato un allenamento equilibrato e ragionato, mi sento fisicamente bene, mentalmente carico e pronto ad alzare l’asticella delle mie performance (se così le posso chiamare 🤣). Il problema inizia proprio da questo stato mentale.

Ripensando ai miei infortuni, ho visto che seguo sempre un certo processo che mi porta inevitabilmente a perdere la forma che ho guadagnato in mesi di allenamento equilibrato. I passi di questo processo sono:

  • Mi sento bene: nella mia mente non è più presente alcun campanello di allarme che mi frena dall’esagerare. Mi sento indistruttibile perché: non ho dolori, la protrusione (il nervo sciatico) non si fa sentire e nei mesi precedenti ho affrontato allenamenti impegnativi senza grossi problemi
  • Obiettivo distorto: non avendo più freni inibitori, mi faccio trasportare dalla mia emotività e decido di modificare l’obiettivo e/o l’allenamento, che mi ero prefissato/creato precedentemente (con razionalità e buonsenso). Normalmente mi faccio influenzare:
    • dalla PAURA di non riuscire ad affrontare come vorrei la gara alla quale ho deciso di partecipare (p.es. non saper affrontare il dislivello positivo, non essere pronto a fare tutti i km previsti, non finire nel tempo a disposizione, ecc…)
    • dal CONFRONTO che posso fare con gli altri runner (p.es. il mio socio va più veloce e lo voglio fare anch’io, qualcuno mi ha detto che ha senso fare una maratona solo se la si finisce in 4h, un atleta della mia associazione ha fatto la 50km di Romagna in 5h:30′ e allora lo voglio fare anch’io, ecc…)
  • Allenamento non equilibrato: in relazione al mio nuovo obiettivo (distorto) inserisco o modifico gli allenamenti non considerando più i miei limiti di runner. Questi allenamenti sono la causa scatenante dei miei infortuni. Normalmente hanno queste caratteristiche:
    • Un singolo allenamento eccessivamente difficile per il mio fisico (p.es. 1h di allenamento in salita, dopo una vita di corse in piano)
    • Più allenamenti successivi non graduali o con poco riposo (p.es. correre un lungo da 20km e il successivo da 40km, oppure correre per più settimane consecutive lunghi da 40km
    • Eccessiva aggiunta di allenamenti, anche se graduali (p.es. contemporaneamente aggiungo alla mia routine la ginnastica, il riscaldamento, core, ripetute settimanali, ecc…)
  • Distrazione selettiva (intesa come il contrario di ascolto selettivo): l’allenamento non equilibrato mi porta inevitabilmente ad accusare del malessere, del dolore che dovrei ascoltare (e gestire) prima che diventi un infortunio. Ma ovviamente non lo faccio, altrimenti dovrei rallentare il mio allenamento. Anzi… solitamente aumento anche il carico di lavoro dei miei allenamenti (p.es. lunghi oltre i 35km, inizio un ciclo di ripetute lette su un libro, ecc…)
  • Infortunio, stop e perdita di forma: l’esito finale di questo processo non può essere che un infortunio, magari non grave, ma sufficiente per dover smettere (o rallentare l’allenamento) e perdere la forma fisica guadagnata nei mesi precedenti.

Come evitare questo circolo vizioso?

Eppure evitare di ripercorrere costantemente questo processo, e quindi di infortunarsi, non dovrebbe essere così difficile. Basta che mi decida a seguire un paio di piccole e semplici regole:

  • segui il piano e non l’impulso momentaneo che ti dice di strafare (se stai bene è proprio perché hai seguito il piano)
  • non farti influenzare (dalle tue paure, dal tuo socio 😉 né dagli altri runner)
  • se proprio vuoi aumentare il carico di lavoro… non esagerare, non avere fretta e mantienilo per 1 mese (prendendo spunto da quanto scritto nel libro di Jack Daniels)